La madre di Larimar Annaloro, la studentessa quindicenne trovata impiccata martedì scorso nel giardino di casa a Piazza Armerina (Enna), lancia un appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, chiedendo di intervenire affinché si faccia luce sulla morte della figlia. “Vogliamo che il Presidente si metta una mano sul cuore e guardi il caso di mia figlia, una bambina perfetta, promessa della pallavolo italiana,” ha dichiarato la madre, convinta che Larimar non si sia tolta la vita.
La famiglia della ragazza, infatti, rifiuta l’ipotesi del suicidio e parla apertamente di omicidio, esprimendo anche preoccupazione per la propria sicurezza. “Le hanno tolto la vita perché brillava troppo,” ha aggiunto la madre, una barista di origini cubane, convinta che sua figlia fosse vittima di una violenza non compatibile con un gesto volontario. Secondo la madre, i dettagli sulla posizione del corpo e sul modo in cui era legata la corda sollevano dubbi sul suicidio.
Le indagini sono in corso sotto la guida della Procura dei Minori di Caltanissetta, che ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio. La pista seguita dagli inquirenti punta al possibile timore di Larimar di una diffusione non consensuale di foto intime, elemento che potrebbe averla spinta a compiere l’atto estremo. Il giorno della sua morte, la ragazza avrebbe avuto una lite a scuola con una coetanea, che l’avrebbe accusata di averle rubato l’ex fidanzato, insultandola insieme ad altri compagni. Le tensioni e le minacce ricevute avrebbero potuto aumentare la pressione psicologica su Larimar.
La Procura ha disposto un’autopsia, fissata per il 13 novembre a Enna, per chiarire eventuali elementi di sospetto sulla morte. L’analisi medico-legale potrebbe fornire risposte decisive sul caso, chiarendo se la morte di Larimar sia attribuibile a un suicidio o se vi siano tracce di un possibile reato.
L’appello della madre al Presidente Mattarella riflette il dolore e la determinazione della famiglia, che desidera giustizia e verità.