La Direzione Investigativa Antimafia (DIA) ha disposto un sequestro di beni dal valore complessivo di 1,2 milioni di euro a un imprenditore edile di Enna, sospettato di essere contiguo a Cosa Nostra. Il provvedimento, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Caltanissetta, è scattato dopo un’accurata indagine patrimoniale che ha messo in luce la connessione tra l’imprenditore e l’ambiente della criminalità organizzata.
I beni sequestrati
Il sequestro ha riguardato una società a responsabilità limitata operante nel settore delle costruzioni e una ditta individuale attiva in ambito agricolo. Oltre a queste attività, sono stati bloccati tre fabbricati e tre terreni, tre autovetture e diversi conti bancari intestati all’imprenditore e ai suoi familiari. La mossa si inserisce nel più ampio piano della DIA per contrastare l’infiltrazione di capitali illeciti nel settore imprenditoriale siciliano.
L’identikit dell’imprenditore sotto inchiesta
Il profilo dell’imprenditore sequestrato evidenzia numerosi precedenti penali, tra cui estorsione aggravata dal metodo mafioso, frode e associazione a delinquere per reati fiscali. Secondo quanto riportato dalla DIA, l’uomo risulta stabilmente inserito in ambienti criminali locali ed è sospettato di mantenere rapporti costanti con figure di rilievo del contesto mafioso. Le accuse riguardano soprattutto reati contro il patrimonio, come estorsione e truffa, oltre a numerose irregolarità tributarie. “Gli elementi investigativi acquisiti,” precisa la nota della DIA, “confermano la stabile presenza del soggetto nel circuito criminale, evidenziando una tendenza a reiterare reati economici e patrimoniali.”
Altri interventi della DIA in Sicilia
Il sequestro avvenuto a Enna non è un caso isolato: recenti operazioni simili hanno coinvolto altre province siciliane. Lo scorso 6 novembre, infatti, la Guardia di Finanza di Messina ha eseguito un sequestro di beni mobili e immobili per un valore vicino ai 400mila euro. L’operazione, condotta dai militari della compagnia di Taormina, ha riguardato un pregiudicato messinese coinvolto in diversi reati gravi, come rapina, estorsione e traffico di stupefacenti.
Un segnale forte contro le infiltrazioni mafiose
Queste misure preventive rappresentano un segnale della strategia dello Stato per contrastare l’infiltrazione delle organizzazioni mafiose nel tessuto economico siciliano. Le indagini patrimoniali, mirate a identificare i legami tra imprenditoria e criminalità, continuano a dare risultati, dimostrando la volontà delle autorità di colpire i patrimoni illeciti e i benefici economici delle attività criminali.