In queste ore, dopo mesi di agonia e dopo una incredibile settimana di irrespirabili miasmi, il Lago di Pergusa è quasi completamente scomparso, al suo posto rimane una chiazza nerastra di fango umido che si sta essiccando al caldissimo sole di questa estate appena iniziata. La sua scomparsa, di certo imputabile alla gravissima crisi climatica che attanaglia la Sicilia, è stata però velocizzata dalla totale disattenzione e dall’inerzia degli Enti che, invece, avrebbero dovuto intervenire a vario titolo.
Su tutti un grande, colpevolissimo assente, il Governo Schifani. Infatti il lago, va detto e ribadito, è proprietà della Regione Siciliana, e la Riserva Naturale del Lago di Pergusa, che è gestita da quella che un tempo era la Provincia Regionale di Enna, è un pezzo dell’Amministrazione regionale affidato, troppo spesso senza fondi, al suddetto ente locale.
Legambiente Sicilia già nel 2023 aveva chiesto e ottenuto la convocazione di un tavolo tecnico per affrontare la crisi, e ricordiamo benissimo diverse dichiarazioni da parte degli Enti che avrebbero dovuto attivarsi e soprattutto dell’Assessore regionale al territorio ed all’ambiente, Elena Pagana che da allora, pur essendo venuta a Pergusa più e più volte, non ha più profferito parola sullo stato di salute del Lago, ma anzi ha difeso l’“ottima gestione ambientale dell’Autodromo”, un ossimoro che conferma la mancata comprensione del sistema Pergusa e più in generale dei bisogni delle aree naturali protette siciliane.
Il Lago di Pergusa non è solo un lago, o quel che ne resta, in una Sicilia che si dissecca al sole. ll Lago di Pergusa è una delle più importanti stazioni di sosta per centinaia di specie di volatili durante il loro viaggio dall’Africa all’Europa, è uno scrigno di preziosità florofaunistiche, è parte del grande mito della Sicilia, è un pezzo irrinunciabile della vita degli ennesi e dei cittadini del centro Sicilia che da tempo lo hanno eletto a luogo delle loro attività ricreative.
“Lo avevamo predetto, entro luglio il lago Pergusa sarebbe scomparso e la scomparsa è giunta prima, con il solstizio d’estate – afferma Giuseppe Maria Amato, referente Gestione risorse idriche di Legambiente Sicilia – “abbiamo chiesto per anni il ripristino del sistema di monitoraggio ambientale, fondamentale per aggiornare le conoscenze sullo stato del lago, e la pulizia dei diversi canali che dal bacino naturale del lago portano l’acqua verso lo stesso. Gli interventi di pulizia sono stati eseguiti solo in parte e in modo poco coordinato tra gli enti, tanto che sul fondo dei canali si osservano ancora accumuli di materiale solido che interrompono la discesa dei liquidi verso il lago”.
Se il tavolo fosse rimasto attivo, oggi avremmo almeno i dati della condizione in cui versa la falda, avremmo finalmente stabilito la vera dimensione del bacino sotterraneo, avremmo compreso se e come, in un futuro non troppo lontano acque extra bacino avrebbero potuto essere introdotte. Invece il Governo Schifani e l’Assessore Pagana non hanno compreso l’importanza di questo prezioso patrimonio di biodiversità e cultura e stanno condannando il Lago di Pergusa ed il suo vasto comprensorio a una lenta agonia.
“Legambiente non intende gettare la spugna” – rilancia il Presidente regionale Tommaso Castronovo – chiediamo con forza che il tavolo venga riconvocato con la massima urgenza e con il fine di mettere in atto una attenta progettualità che veda il prezioso biotopo tra i primi luoghi d’Europa da sottoporre ad una opera di ricostituzione ambientale, come previsto dalla appena approvata Restoration Law”.