Piazza Armerina (EN) – “Mia figlia non si è suicidata, so chi l’ha uccisa!”. Sono parole cariche di dolore e rabbia quelle pronunciate dalla madre di Larimar Annaloro, la 15enne trovata senza vita nel giardino di casa lo scorso 19 novembre. Dichiarazioni che gettano un’ombra inquietante sulla vicenda e che riaccendono i riflettori sulla tragica morte della giovane studentessa. Una tragedia che ha sconvolto l’intera comunità di Piazza Armerina e che ancora oggi cerca risposte in mezzo a tanti interrogativi.
La Procura di Caltanissetta indaga per istigazione al suicidio, ma la madre di Larimar non ha mai creduto a questa ipotesi. Secondo la donna, la figlia sarebbe stata vittima di bullismo e minacce a scuola, un ambiente che, a suo dire, avrebbe contribuito a creare un clima di soffocamento intorno alla ragazza. Un clima che l’avrebbe portata a chiudersi in se stessa e a non confidarsi con nessuno.
L’avvocato della famiglia, Milena Ruffini, pur comprendendo il dolore e la rabbia della madre, invita alla cautela. “Al momento non ci sono elementi concreti per accusare nessuno”, ha dichiarato la legale. “Le indagini sono ancora in corso e dobbiamo attendere l’esito dell’autopsia e degli accertamenti tecnici sui cellulari sequestrati”. Solo attraverso un’attenta analisi di tutti gli elementi raccolti sarà possibile fare luce su questa oscura vicenda.
La morte di Larimar ha scosso profondamente la comunità di Piazza Armerina. La ragazza, descritta da tutti come solare e gentile, frequentava il liceo scientifico. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire le sue ultime ore di vita, analizzando le sue relazioni, le sue frequentazioni e i suoi stati d’animo. Un lavoro certosino che mira a scavare a fondo nella vita di Larimar, alla ricerca di quel dettaglio, di quell’indizio che possa spiegare le ragioni di un gesto così estremo.
Un giallo che si infittisce e che chiede a gran voce verità e giustizia. La famiglia di Larimar vuole sapere cosa è realmente accaduto alla figlia e chi è responsabile della sua morte. Un dolore immenso che solo la verità potrà, forse, lenire.